Archivio ricordi


29 commenti:

  1. Giuseppe

    In questo mio commento voglio allegare un mio ricordo ….
    Nella fine dell’ estate del ’94 dopo aver concluso gli studi, aver fatto tanti lavori precari e concorsi, finalmente una buona notizia !! La vincita del concorso per l’ insegnamento .
    Nulla faceva presagire che ,da li a poco, questo sarebbe stato l’inizio di un periodo al contempo splendido da un lato e drammatico dall’altro.
    Sulla macchina che mi accompagna in stazione mio padre che tanto mi aveva supportato e sopportato nel mio percorso da scolastico a lavorativo. Guidando, si parlava, progettava insieme tutto ciò che avremmo fatto in futuro, nel suo viso leggevo la fierezza e la soddisfazione.
    Arrivammo in stazione e mi accompagnò a quel maledetto treno, ci salutammo con una forte e doppia stretta di mano. Già maledetto treno perche?.... Se ero davvero felice di essere riuscito in una mia aspirazione, forse la più grande ?
    Per una strana legge di compensazione del destino, ad una azione ne corrisponde una esattamente uguale e contraria, infatti da quel momento di estrema gioia, passai all’estrema tristezza, visto che lo persi proprio in quel periodo dopo appena 2 mesi da quella stretta di mano.
    Bastardo destino, manda all’ aria aspettative, progetti e la mia stessa vita!
    Ecco perché affermo vivi l’oggi con la massima intensità e passione perché del domani non vi è certezza.

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  2. Annarita Esposito

    Nell'estate del 2010 ho partecipato ad un progetto "legalità" per l'associazione LIBERA di Don Ciotti. La mostra espositiva si è tenuta in una delle ville confiscate alla mafia(la villa di Screti). Il lavoro, che ho pensato di realizzare, aveva come obiettivo quello di raccontare uno spaccato di "storia di vita" di un uomo che per la legalità è morto, Giuseppe Impastato. Ho fatto uno studio su quella che era la sua vita, le sue idee i suoi principi, attraverso documenti e film, per cercare di comprendere meglio le sue scelte, così da poter trasferire queste mie emozioni attraverso una tela e così trasmetterle a gli altri. Mentre ero all'opera pensavo e ripensavo a quell'uomo così coraggioso. Mi sono chiesta tante volte:- "Cosa avrei fatto io al suo posto?"
    Mio figlio di 8 anni, che ha seguito passo passo questo mio progetto, ha voluto contribuire alla realizzazione di quest'opera.
    Mentre mi accingevo a concluderla, lui mi si è avvicinato, ha preso un pennello in mano intinto nello smalto rosso, io ho preso la sua mano e insieme abbiamo dato le ultime pennellate di quel rosso sangue che è rimasto impresso nelle nostre menti, nei nostri pensieri nelle nostre emozioni.

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  3. Donatella Errico

    Un'esperienza significativa...
    Da qualche mese a questa parte,tutti i giovedì pomeriggio,sono a stretto contatto con l'assistente sociale del mio comune.Questa per me è un'esperienza nuova visto che lavoro come educatrice presso l'asilo nido comunale.
    Giovedì scorso,mentre ero nell'ufficio dei servizi sociali,è successo un episodio particolare e molto delicato:verso le 17:00 ha bussato alla porta un ragazzo di origine nigeriana che chiedeva aiuto.
    Il giovane,un pò esitante,ci ha raccontato la sua storia,nonchè il suo problema:sua madre circa dieci anni fa sposò un uomo di settanta anni,mio compaesano.Dopo il matrimonio la moglie ha smesso di lavorare e vivevano tutti e tre con la pensione del signore.
    Il ragazzo lamentava una condizione familiare e igienica ai limiti
    del vivibile,così,immediatamente ci siamo recate presso la loro abitazione.
    Arrivate lì,siamo entrate e lo scenario che si è presentato ai nostri occhi,era a dir poco sconvolgente:innanzitutto non era una casa,ma un sotterraneo,senza finestre,senza porte,male odorante e in condizioni igieniche davvero pessime.Dopo qualche domanda a loro fatta,ci siamo accorte che anche il loro rapporto familiare non era dei migliori perchè lei non voleva più vivere in quel posto,in quelle condizioni.
    Questo episodio mi ha colpita davvero tanto per diversi motivi.Il primo perchè immaginavo che nella nostra società potessero esistere situazioni alquanto degradanti ma,viverle in prima persona è tutta un'altra cosa.Toccare con mano storie simili mi ha fatto riflettere sulla fortuna che ho,sulla splendida famiglia che mi ha cresciuta sempre in armonia,senza farmi mai mancare nulla.
    Grazie a questa esperienza mi sono maggiormente resa conto del bisogno d'aiuto che tante persone chiedono e quanto per loro sia importante il sostegno delle istituzioni.
    Tutto ciò mi ha portato a convincermi ancor più a seguire gli studi che ho intrapreso.

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  4. Rubino Serena

    LA MIA PRIMA ALBA

    L'esperienza che vi voglio raccontare l'ho vissuta circa un anno fa, il 22 aprile esattamente. La data la ricordo perfettamente perchè era l'ultimo giorno che eravamo in crociera, con la mia classe, per uno stage formativo. E' stata per me un' esperienza particolare. Era mattina presto e dopo una stupenda nottata trascorsa a ballare tutti insieme, invece di tornare in cabina a dormire, decidemmo insieme a tutti i compagni di classe, di andare su e di aspettare l'alba. Era ancora buio e faceva freddo, così passando dalla piscina , tutti prendemmo degli asciugamani per coprirci. Eravamo tutti felici ed entusiasti dell' esperiennza vissuta in crociera, di quei giorni trascorsi insieme, non era la prima volta che facevamo esperienze del genere, ma quella sarebbe stata l'ultima. L'ultima "gita", l'ultima esperienza che ci vedeva tutti insieme, e sui nostri volti, si notava quel pizzico di malinconia. Nell'attesa , c'era chi faceva battutine stupide, chi riproduceva la scena del titanic, chi invece, faceva discorsi emozionanti e malinconici. Ecco, iniziava a sorgere il sole. Un silenzio di colpo. Ci sedemmo a terra, tutti, e di fronte a noi il mare e il sole, che piano piano saliva su. Il sole, colori magici, incantati, non avevo mai visto l'alba , e vederla in quella circostanza, sapendo che quella sarebbe stata l'alba della fine di un'esperienza indimenticabile, la rendeva ancora più speciale. Quei colori splendenti, il giallo arancio del sole, il cielo che intorno al sole sembrava quasi fucsia, era strano, erano colori particolarissimi, che fino a quel tempo avevo visto solo in foto o su uno sfondo del desktop. Era stupendo. Ci abbracciavamo io e la mia amica, nessuno parlava, nessuno scattava una foto, era strano perchè avevamo sempre con noi la macchina fotografica, scattavamo foto, ma quella mattina nessuno perse tempo a tirar fuori la fotocamera. Ce li ho stampati nella mente quei colori, quegli attimi, quelle emozioni e mentre scrivo, mentre ricordo li vedo quei colori, le sento quelle emozioni. Quando il sole fu ormai alto, e il cielo prese i suoi classici colori, decidemmo di scendere e tornare in cabina, per dormire un pò ,dato che era ancora presto, ma quella mattina non riuscii a dormire più, sentivo un' emozione dentro assurda, un'alba, una semplice alba, ma quell'esperienza , quella mattina mi è rimasta impressa dentro!

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  5. Virginia Colella

    Circa sei anni fa andai insieme ad una mia amica in una cartolibreria che si trovava in un paese vicino al mio,in cui notai un libro che mi colpì molto perchè di quel libro avevo visto la serie in tv; lo mostrai alla mia amica per avere un suo parere ma quello che mi disse fu soltanto che lo avrebbe acquistato lei il giorno dopo. Avendolo visto per prima non volevo rinunciarci,allora fecimo una scommessa su chi sarebbe stata la prima ad acquistarlo poichè c'era a disposizione solo una copia. Appena tornata a casa informai mia madre di quello che era successo e lei mi spinse ad andare l'indomani sola con il mio scooter:avevo da poco preso il patentino e quello sarebbe stato il mio primo giro in scooter! La mattina seguente mi feci coraggio e andai ad acquistare il libro,soddisfatta tornai a casa e subito mandai un sms alla mia amica che quella mattina stava ancora dormendo e per di più si era dimenticata della nostra scommessa. Per me quella fu la mia prima piccola "conquista".

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  6. IL PROFUMO DEI DOLCI

    La mia infanzia racchiude uno dei momenti più sereni della mia esistenza,sia per l'inconsapevolezza di ciò che è la vita sia per come è stata la mia.Uno dei ricordi più belli che ho è lo stare insieme ai miei cugini intorno al tavolo della nonna che con serenità e pazienza ci preparava dolci facendoci partecipi della preparazione.Con lei non vi era mai una sgridata o un rimprovero,neanche quando facevamo qualcosa di sbagliato. Se qualcuno di noi rompeva qualcosa lei ci spiegava di stare più attenti,l'importante era non farsi male.Provavo tanta felicità quando veniva a prendermi da scuola, perché insieme a lei avrei potuto fare tantissime cose.E che gioia quando mi portava in un piccolo emporio ad acquistare dei giochi che desideravo tanto!Di quel periodo della mia infanzia rimane il profumo dei dolci, la serenità della nonna e un valore come la famiglia che oggi è difficile avere!

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    1. Condivido le tue ultime parole Patrizia! E insieme a te condivido il ricordo di un'infanzia e di una nonna che sarebbe impossibile dimenticare.

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  7. Di ricordi nella mente ne ho tanti,negativi di più… e tante volte mi sforzo proprio nel non ricordarli. Avevo 12 anni quando ho perso mio padre per un tumore ai polmoni. Della sua agonia, lunga… ricordo poche cose. Lo ricordo nel letto , con le lenzuola bianche è una coperta adagiata su un corpo ormai quasi privo di essenza. Quel corpo che prima della malattia era così robusto; ricordo il suo viso, pallido, e gonfio … e ricordo quando cercava di parlarmi ma a malapena ci riusciva e per non farglielo pesare facevo finta di aver capito; ricordo quel giorno, l ultimo dei suoi giorni, che ero ad una festicciola di compleanno di un compagno di classe … mi vennero a prendere mia cugina e mio cugino. Entrata in macchina facevano fatica a parlare e le uniche parole che dissero furono: “ non spaventarti” .arrivati sotto casa vidi quell enorme manifesto entrai nella camera e senza neanche guardarlo gli posai un fiore. e non ricordo piu nulla di quella giornata. Dei giorni dopo ricordo la vasca da bagno piena di fiori. Questa scena la rivivo ancora adesso ,ogni sera prima di andare a dormire quando vado in bagno e apro la porta al buio rivedo quei fiori per un istante . tutte le sere. A questo lutto si è aggiunto quello della madre del mio ragazzo… essendo che è venuta a mancare da poco ,i ricordi sono ancora più vivi quanto al dolore. ma per rispetto del mio ragazzo non ne parlerò. valentina marzio

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  8. LE MIE DONNE SPECIALI
    Penso ad un ricordo ma me ne vengono fin troppi (belli e brutti) certo è che la cosa a cui mi capita piu' spesso di pensare senza troppo sforzo è la mia infanzia, con la mia famiglia, la mia GRANDE famiglia.
    E già perchè noi in famiglia siamo tantissimi (qualcuno oserebbe dire troppi) eppure ci sentiamo tutti fratelli non cugini, con tante mamme e tanti papa' (anche se so bene che i genitori sono SICURAMENTE insostituibili); ma la nostra è come una FAMIGLIA PIRAMIDALE e al vertice della piramide io credo che ci sia sempre stata MIA NONNA. La mia nonna (e non perche' fosse la mia) era una donna speciale, una donna coraggiosa, grintosa ma soprattutto amava noi tutti piu' di quanto si possa pensare.
    Per la gioia dei suoi figli e dei suoi nipoti ha fatto l'impossibile nella sua vita... nella sua casa al mare ci stavamo in 9.. ed è li che ci sono i miei INDIMENTICABILI RICORDI MERAVIGLIOSI. Ho vissuto un'infanzia che credo pochi possano capire, piena di gioie, di compleanni, torte, riunioni di trenta persone (ed anche piu') intorno a tavoli invasi di cose buonissime,tutte preparate dalle sue splendide mani sempre unte..tanto che nessuno di noi ci si faceva toccare... eppure oggi....vorrei tanto ricevere una sua carezza, un suo bacio, una sua stretta di mano (che il piu' delle volte nascondeva qualche soldino in piu').
    Mia nonna è venuta a mancare l'8 DICEMBRE 2010, dopo aver combattuto contro un gravissimo tumore celebrale, manifestatosi improvvisamente un anno prima e dopo aver subito un'operazione che non ha contribuito a farla vivere quanto meritava. Due anni prima..nell'estate 2008, precisamente il 6 agosto, era venuta a mancare mia zia (una dei suoi 7 figli), a causa di un melanoma inguaribile che l'ha portata ad una morte lenta e dolorosa, e credo che questo per lei sia stato un dolore insuperabile. Mia zia e mia nonna avevano in comune tante cose...tra queste la cosa piu' bella che ci sia...il SORRISO sempre pronto. Quel sorriso che mi manca tanto. Il giorno della loro morte io non potro' mai dimenticarlo: mia zia era in ospedale da giorni (d'altra parte era un continuo uscire ed entrare), mia madre era con lei e noi eravamo alla casa al mare (che lei amava tanto e dove ha voluto trascorrere le sue ultime giornate) quando ad un certo punto entra mio padre in camera,e mentre io prendevo una maglietta dall'armadio mi dice, con voce flebile, quasi assente: "la zia non ce l'ha fatta". E' stato un attimo, un attimo che mi è sembrato un'eternita', sono rimasta immobile fin quando mio padre non si è avvicinato a me e mi ha stinto forte vicino al petto. La cosa che mi tormenta e per la quale vorrei mandare indietro il tempo è il rimorso per non averle fatto capire in vita quanto l'amavo, per essermi lamentata quando veniva il pomeriggio a casa e mi svegliava col suono del citofono, quel suono che oggi non sento piu' e che mi manca da morire!!!!!
    Mia nonna, invece, è morta un anno fa e ha lasciato un vuoto incolmabile in me... il giorno della sua morte sembrera' strano ma non lo ricordo...ricordo solo l'immagine di me vicino al suo letto mentre le accarezzavo le mani fredde.

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  9. SILVIA PARIGI

    IL VIAGGIO DI ISTRUZIONE
    Un'esperienza indimenticabile per me è stato il viaggio di istruzione a Praga fatto l'anno scorso con la mia scuola.
    Siamo partiti il 18 Marzo alle 4:30 di mattina, eravamo tutti eccitati e contenti ma avevamo anche molto sonno. Nel pullman c'era chi giocava a carte con il proprio compagno, chi parlava, chi dormiva e chi ascoltava musica, cercavamo in qualche modo di far passare il tempo.
    Abbiamo passato 2 giorni in pullman prima di arrivare alla destinazione tanto attesa. Il primo giorno abbiamo pernottato in un hotel di Jesolo molto accogliente. Ognuno di noi aveva già scelto il compagno con cui dormire in camera ma non è servito a niente perché abbiamo dormito tutti nella stessa camera.
    Il mattino seguente tutti belli e pimpanti siamo pronti per partire verso Praga. Siamo stati molto fortunati perché non abbiamo trovato la neve ma comunque le temperature erano bassissime.
    In tarda serata, siamo arrivate all'hotel " Iris Congress ", ci siamo subito sistemati in camera e cenato tutti insieme.
    Io e la mia classe di notte ci raggruppavamo in un' unica camera per stare insieme e parlare.
    Il mattino ci svegliavamo con l'occhiaie perché di notte non dormivamo molto ma in pullman ogni tanto facevamo dei sonnellini brevi.
    Abbiamo visitato Praga per 3 giorni e il posto più bello da visitare è stata " Piazza dell'Orologio " era una piazza enorme con molti turisti e anche molti italiani, ragazzi della nostra età che erano in gita in quel periodo.
    Il momento più bello per me è stato l'ultimo giorno quando ci siamo messi a cantare l'inno della nazionale italiana tutti insieme, tutti gli italiani uniti per cantare, la gente straniera ci guardava meravigliata e sbalordita forse perché non comprendeva la lingua oppure perché erano meravigliati dal gesto fatto. Vicino la piazza c'erano negozi di souvenir, noi andavamo li per comprare dei ricordini per la famiglia. Sono passati molto in fretta quei giorni e avrei voluto non finissero mai.
    Siamo ritornati a casa stanchi ma felici e un'esperienza del genere la rifarei ogni anno.

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  10. Ilaria Conoscitore

    MIA SORELLA...

    Ho sempre reputato mia sorella la persona più importante della mia vita. Questo legame probabilmente è scaturito da un episodio che segnò la nostra infanzia.
    Nel 1999 io avevo 9 anni e lei appena 2 mesi. A settembre fui colpita da una forma lieve di pertosse, nonostante ciò, entusiasta del fatto che avessi una sorellina, mi avvicinavo continuamente a lei per coccolarla, ignara di quello che sarebbe potuto accadere...
    Poco tempo dopo anche lei cominciò a tossire, in modo sempre più preoccupante, fino a quando una sera di ottobre, apparentemente placida, ebbe una crisi respiratoria e per più di un minuto rimase in apnea. Divenne cianotica e mia madre presa dalla disperazione corse fuori chiedendo aiuto, urlando e alzando il suo gracile corpicino verso il cielo. Quel minuto fu interminabile, lo ricordo come se fosse successo ieri.
    Finalmente ricominciò a respirare. Decisero di portarla in ospedale per sottoporla alle cure adeguate e soprattutto per tenerla lontana da me, che in un certo senso ero stata la causa di quel minuto di terrore.
    Nella settimana in cui fu ricoverata i sensi di colpa mi logorarono, temendo il peggio, non riuscivo a fare altro che pensare che quando sarebbe tornata finalmente a casa avrei fatto di tutto per proteggerla.
    é stato proprio questo a farmi capire che per lei sarei disposta a dare la vita in qualunque momento.

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  11. Durante un caldo e bel pomeriggio d'estate,mi stavo preparando per andare al mare quando suonò il citofono di casa mia.
    Era un vicino di casa che chiese di voler parlare con mio padre,ma non c'era e quindi uscì mia madre.
    Lei capì subito che era successo qualcosa:il mio ragazzo fece incidente in moto; una macchina abbagliata dai raggi del sole non lo vide e gli "tagliò" la strada.
    La corsa all'ospedale e l'attesa al pronto soccorso.
    Aveva il naso rotto, una ferita profonda sotto al mento che gli "costò" 5 punti e ovviamente tante altre lievi fratture.
    In paese tutti dicevano:"le è andata bene".
    Le persone che hanno assistito all'incidente ci hanno raccontato che ha fatto un "volo" non indifferente e che la sua fortuna è stata quella di indossare il casco.
    Ancora oggi, nel vedere tanti ragazzi in moto mi viene in mente quel giorno di Luglio che non dimenticherò mai.

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  12. I MIEI AMICI D'INFANZIA
    Eravamo "la squadra invincibile".. così ci chiamavamo da piccoli , mentre i vicini di casa ci identificavano come "le piccole pesti"..perchè gli scherzi che facevamo noi non li faceva nessuno e ci riuscivano sempre molto bene, e poi c'erano i classici come: suonare i campanelli delle case vicine e scappare, ecc. Non ci fermava nessuno, ci divertivamo con poco: giocavamo a pallavolo, calcio,palla prigioniera,caccia al tesoro,guardie e ladri, facevamo lunghe passeggiate in bicicletta per il paese e tornavamo a casa sempre sudatissimi e le nostre mamme si preoccupavano per il bel raffreddore che potevamo beccarci! Non volevamo mai staccarci e andare a casa per cena,eravamo molto uniti. Nel nostro gruppo, formato da sei amici, i due ragazzi erano più grandi di tre anni, di noi ragazzine. Uno dei ragazzi si interessava a farci partecipare tutti insieme a delle commedie che metteva su lui stesso, per le feste rionali che organizzavano nel mio paese.Facevamo imitazioni di personaggi famosi oppure scenette in dialetto! Insieme superavamo anche la timidezza sul "palco"...anche se eravamo tutti bambini abbastanza espansivi! Tutto il paese ci acclamava e noi eravamo felicissimi! Un periodo idilliaco,che custodisco nel mio cuore e ricordo sempre con tantissima nostalgia....Poi col tempo si sa che le strade si dividono, ognuno sceglie percorsi di vita diversi e nonostante fossimo vicini di casa,non ci vediamo quasi mai.. A distanza di quattro anni da quel periodo splendido, una bruttissima notizia ci ha colpiti quando eravamo già lontani : uno di "noi" ci ha lasciati in un brutto incidente in vespa, mentre tornava dalla sua campagna, dove era andato a dar da mangiare ai cani.... Io voglio ricordare il suo sorriso e la sua gioia di vivere. Loro sono per me gli amici d'infanzia che porterò nel cuore per tutta la vita.

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  13. Era il 14 novembre del 2009 e come ogni mattina mi preparavo per andare a scuola, quel giorno faceva molto freddo e pioveva tanto. Uscì da casa salutando i miei e chiusi la porta. In quel momento ebbi un brutto presentimento. Arrivai a scuola le ore passavano ma quel brutto presentimento non passava. Da qualche giorno mio nonno purtroppo non stava bene, il tumore pian piano l'aveva portato sul punto che in tanti non vorrebbero arrivare. Arrivarono le ultime due ore, il professore d'italiano si sedette aprì il libro e iniziò a commentare l' opera di Fascolo "I Sepolcri" a quel punto iniziai a piangere e il professore interruppe la lezione chiedendomi cosa fosse successo, inizialmente non riuscivo a parlare tanto stavo male poi a un certo punto dissi:" mio nonno sta per morire". Uscita da scuola aspettai la corriera, il tempo sembrava passare in fretta e io avevo paura di non poter parlare più con lui. Arrivai a casa, c'erano i miei due fratelli, subito andammo da mio nonno.
    Appena arrivata li mi sedetti accanto a lui e gli presi la mano, volevo dirgli tante cose, ma il dolore era talmente grande che rimasi in silenzio, prima di alzarmi gli dissi:"Nonno ti voglio bene" e lui mi rispose con un sorriso. Pochi minuti dopo mio nonno morì sotto i miei occhi e sotto gli occhi di coloro che si trovarono dentro la stanza. Si chiamava Cosimo. Quel giorno non lo potrò dimenticare mai!.

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  15. Se scavo nel passato e cerco tra i ricordi un’esperienza che ha portato un certo cambiamento nella mia vita, mi viene naturale pensare all’estate del 2006: l’estate prima di cominciare la grande avventura del liceo. Già di per sé questo è stato una svolta, ma il cambiamento di cui parlo è un altro: quell’anno mia sorella si è trasferita a Roma per l’università. Sono molto legata a mia sorella, è sempre stata la mia più grande amica e confidente, e ho sentito molto la sua mancanza, in quel primo anno di liceo particolarmente. Certo, ci sentivamo spesso tramite telefono e internet, ma non è certo la stessa cosa che averla vicina e parlarci di persona… Però la sua lontananza ha comportato anche alcuni risvolti positivi nella mia quotidianità: mi ha spinta ad approfondire vecchie amicizie, che non avevo mai considerato degne di particolare interesse, scoprendo così di avere intorno persone degne della massima fiducia. Sì, è stato formidabile scoprire che quanta più fiducia si concede agli altri, tanta più se ne riceve in cambio.

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  16. UOMINI VESTITI DI NERO E COL VISO COPERTO
    In un pomeriggio del 2002 andai con mio padre in una tabaccheria per giocare i numeri del lotto, io aspettai in macchina e nell’attesa leggevo la smorfia..ad un tratto sentivo delle voci e alzando lo sguardo vidi 3 uomini col passamontagna e con delle mitragliatrici in mano, fermi davanti ad una gioielleria che si trovava proprio a fianco al tabacchino,non sapevo chi fossero ma avvertì il pericolo e mi nascosi sotto al cruscotto della macchina, la mia paura in quel momento era quello che sarebbe potuto succedere a mio padre uscendo dal tabacchino, in quanto questi uomini bloccarono il traffico non facendo transitare nessuno. Dopo qualche minuto mio padre usci e avvicinandosi alla macchina non mi vide, gli feci segno con la mano e tranquillizzandosi entrò in macchina dicendomi di restare giù…accese la macchina e mentre faceva retromarcia tentai di alzarmi ma mi disse di restare ancora li perché era pericoloso. Da questo episodio nasce la mia paura verso queste persone, che col tempo via via passa,ma ogni qualvolta la notte sento un minimo rumore,si ripresenta prepotentemente.

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  17. Era il 16 Settembre di dodici anni fa ed era il mio compleanno. In casa non si respirava un'aria del tutto tranquilla, il nonno materno, alla quale ero legata intensamente, soffriva da appena un anno di quella incurabile malattia che chiamano alzheimer. Sapevo che avrei dovuto trascorrere quel giorno come uno qualunque, a far compagnia a mia nonna e restare accanto a LUI, ma questo mi bastava. Se provo a riavvolgere il nastro dei miei ricordi, solo alcuni momenti mi appaiono nella mente ed è così che voglio proiettarli in questi pochi righi.. Quel giorno, ricordo, ero a casa mia e avevo appena finito di pranzare, mia madre era distesa sul divano a riposare un po', quando, ad un tratto, il telefono squillò. Non sapevo e non ho mai saputo esattamente chi fosse a fare quella chiamata, ricordo solo che, dopo qualche minuto, mi ritrovai in auto con mia madre...Era agitata e fuori di se', non parlava, ma ascoltavo la "voce del suo silenzio" e fu sufficiente per farmi capire che qualcosa di brutto era successo. Strano da dire, ma avverto ancora la velocità con cui guidava, come se sentissi ancora lo scagliarsi dell'auto contro il tempo e sento ancora quel forte impatto che avvertì nell'attraversare i binari di un passaggio a livello... Ed ecco che, pochi minuti dopo, mi ritrovai a casa di mio nonno..c'era confusione, i miei zii andavano da una parte all'altra per il corridoio e le stanze, e la mia memoria mi riporta a quel "brevissimo" attimo in cui entrai nella camera di mio nonno. Lo ricordo disteso sul letto, quel letto che lo aveva sorretto nelle sue lunghe notti insonni, tra le lenzuola bianche e quelle sbarre ai margini, e lui era lì, immobile.. il suo corpo era lì...ma senza la sua anima. Io rimasi in silenzio, avevo paura, e, senza dire una parola, andai dritta in cucina, mi fermai a fissare la tenda della finestra che si affacciava all'orto e cominciai a stringerla forte tra le dita, così come il nodo stretto che avevo alla gola. Quella sera, ricordo, non volevo staccarmi da mia madre, e mentre lei mi incitava ad andare dai miei nonni paterni, io non volevo, piangevo..ma ecco che alla fine vennero a prendermi. Odierò per sempre quel giorno e quella atroce sera. Mia zia, per tranquillizzare me e mia sorella, cercò di distrarci un po' facendoci guardare il cartone animato di Biancaneve ma, quella sera, incredibilmente la videocassetta si ruppe e non riuscimmo a vederlo. Non ricordo nient'altro di quel giorno, ma ciò che mi è rimasto lo porto dentro con me, così come porto dentro il lungo anno di sofferenza di mio nonno, che sono riuscita a vivere profondamente giorno dopo giorno, ogni volta che andavo a trovarlo. Da quell'anno non riesco a vivere serenamente il mio compleanno e lo lascio trascorrere come una normalissima giornata. Lui per me era davvero importante ma, da quel giorno, lo è ancora di più..lui adesso è IL MIO ANGELO CUSTODE.

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    1. Il mio ricordo è alquanto recente,risale all'incirca a due settimane fa:munita di carta e penna annotavo i nomi di coloro che avrebbero partecipato alla tipica scampagnata di pasquetta,a casa di amici .Tra questi doveva comparire anche quello di M,una ragazza alla quale tengo molto e che purtroppo ha perso la madre circa un anno fa,quando non aveva compiuto ancora 18 anni.Da quel maledetto giorno lei è cambiata,il suo modo di essere è cambiato.Si è chiusa in se stessa,decidendo di rendere questa sua parte di storia tabù ,celando dietro finti sorrisi e falsa allegria,un dolore troppo grande da comprendere... Ero convinta che quella giornata in campagna sarebbe stata l'occasione adatta per farla distrarre,svagare e magari farla sentire almeno per un giorno leggera,priva di qualsiasi pensiero.Ma lei non era intenzionata a partecipare.Inizialmente additava come scusa quella di un lieve malore fisico ,ma sapevo che mentiva!Così ho iniziato ad insistere ad insistere sempre più,volevo che ci ripensasse... fin quando a un certo punto,stanca della mia insistenza, mi confessa:"Non me la sento"!Lì ho capito subito di cosa si trattava.Non sapevo cosa dire ,in che modo agire, non sapevo se lei volesse finalmente sfogarsi o si trattasse semplicemente di una difesa alla mia pressione che sarebbe stata utile a farmi tacere.Infatti inizialmente sono rimasta in silenzio a fissarla. Fino a quando non è scoppiata in un mare di lacrime ,e abbracciandomi mi ripeteva che le mancava tantissimo la madre ,che la notte non riusciva più a dormire,che non poteva sfogarsi con nessuno in famiglia perchè tutti ancora ne soffrivano,che si sentiva in colpa qualora si divertisse o che si vestisse con un semplice vestito e con delle belle scarpe con tacco alto...Ma l'espressione-simbolo di questo suo sfogo che non potrò mai cancellare dalla mia mente è:"ora ho una casa da portare avanti!"che ha ripetuto e continua a ripetere incessantemente.Non potrò mai dimenticare questo momento.Davanti a quella scena così cruda,forte e commovente mi sono sentita incapace nel darle un vero aiuto,o per lo meno il giusto conforto per quelle domande a cui lei non trova risposta e per cui non si dà pace.

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  18. Federica Guagliardo
    IL SERVIZIO CIVILE NEI SERVIZI SOCIALI

    Sicuramente non è un esperienza finita molto tempo fa, ma è una di quelle esperienze che ti formano, e ti fanno notare come la tua vita può essere diversa e più facile di altre. In quest'anno che ho preso a lavorare nel servizio civile, presso appunto i servizi sociali, ho osservato come tanta gente è capace di chiedere aiuto nelle varie forme: tossicodipendenti, prostitute , disoccupati, ma tutti che cercano uno spiraglio di luce. A Natale un uomo, non smetteva di ringraziarmi per quel piccolo contributo economico che gli era stato concesso. E non potrei mai dimenticare tutti gli anziani che nei vari pomeriggi organizzati nei Centri di Aggregazione mi hanno insegnato ad ascoltare vecchie storie. E' stata un esperienza unica, anche se in alcuni giorni prendersi sulle spalle i gravi problemi dell'altra gente diventava complicato. Ho avuto dei " colleghi" fantastici che mi hanno permesso di acquisire il loro lavoro nei migliori dei modi. Auguro a molta gente di vivere un esperienza simile alla mia, è davvero emozionante e in ogni singolo giorno riesce sempre a gratificarti.

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  19. COME FARE A DIMENTICARLA?

    Purtroppo di quegli anni non ho un bellissimo ricordo e lei,sicuramente, ha reso tutto più difficile.
    Era la mia professoressa del liceo,insegnava inglese ed è con lei che ho dovuto combattere per cinque anni. E' stato difficile resistergli per tutto quel tempo infatti,ha sempre avuto la capacità di mettermi in cattiva luce con tutti, in classe durante le lezioni e con i professori in sede di Consiglio. Metteva in discussione tutto di me, qualsiasi cosa io facessi soltanto perchè ero io a farla. Nei compiti in classe ,trovava l'errore anche dove non c'era; durante le interrogazioni cercava sempre di mettermi in difficoltà andando anche oltre ciò che era previsto dal programma;a lezione,invece, anche se indirettamente, cercava di colpirmi, lanciandomi battutine spesso di cattivo gusto..e così non riuscivo a dare il meglio di me anzi, invece di reagire mi buttavo giù non credendo più in me stessa. Si divertiva probabilmente! Non so come ho potuto resistere per tutto quel tempo, sono stati anni di continua lotta ma avrei fatto di tutto pur di non darle soddisfazione. Troppe volte forse, al limite della sopportazione ho pensato di abbandonare tutto perchè ero stanca di star male ma ,per fortuna, avevo tutta la mia classe e anche parte dei professori dalla mia parte e per questo, non mi sentivo sola ma sempre più intenzionata ad andare avanti. Ho continuato fino all'ultimo anno,sicuramente con un ostacolo in più da superare rispetto agli altri ma con la voglia di non dargliela vinta perchè sarebbe stata una enorme sconfitta. La soddisfazione più grande però, è stata quella di essere riuscita dopo tutto, a farle cambiare idea , di essere riuscita a dimostrargli di non essere la persona che da sempre ha creduto che fossi e che ha fatto credere a tutti. Ho conseguito la maturità classica giusto un anno fa, nella stessa scuola che per troppe volte ho pensato di lasciare e " beffa del destino" con lei che mi faceva da commissaria interna in sede d'esame.Oggi, ho la consapevolezza che nella vita potrò incontrare tante persone come lei, nonostante tutto però, la stessa persona che vorrei "dimenticare" mi ha permesso di diventare una persona più forte.

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  21. UN RICORDO DA DIMENTICARE…

    Un ricordo a cui "purtroppo" non posso sfuggire risale all'estate del 2008, precisamente alla sera del 3 agosto. Avevo da poco compiuto 15 anni, passavo le serate in compagnia dei miei amici ed ero allegra e spensierata, fino a quando una passeggiata con lo scooter ha cambiato la mia vita. L'impatto...il buio...io non ricordo la dinamica dell'incidente, non so se la mia mente lo ha rimosso, oppure perdendo i sensi non l'ho vissuto. So per certo che mi sono svegliata in ambulanza, che ho dovuto subire tre interventi a causa di una brutta frattura al femore, che ho passato l'estate in ospedale e che per quattro lunghi mesi sono rimasta a letto. Ci è voluto più di un anno per tornare alla normalità.

    Questa brutta esperienza mi ha cambiata, restare immobile per tanto tempo, mi ha fatto capire cosa conta veramente per me. La vita, con la sua fragilità , acquista un valore inestimabile e così anche gli affetti, i progetti per il futuro. Nello stesso periodo, erano con me in ospedale due altre ragazze ; una riportava una frattura al femore , l’altra aveva subito un’ amputazione della gamba. E’ incredibile come in circostanze di questo genere si crei un forte legame fra persone che fino a quel momento ti erano estranee e come un caso più sfortunato del tuo ti faccia sentire “fortunata”.

    Ho vissuto momenti di grande sconforto; adesso ripensandoci mi chiedo dove ho trovato la forza per superarli. Sicuramente la mia forza era la mia famiglia, sempre lì accanto a me a condividere ogni mio respiro; mi bastava guardarli per spingermi a lottare e ci sono riuscita. Sono cambiata? Molto! Apprezzo quello che ho perché la vita è un dono e non va sprecata.

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  22. Cinzia Tornese

    UNA MORTE IMPROVVISA

    Il ricordo che sto per raccontare risale al 5 novembre 2011, un giorno come tanti, che ha cambiato la vita di molte persone.
    Questa è la prima volta che racconto di ciò che è successo a mio zio. Uno zio unico, molto vicino alla mia famiglia e soprattutto a me.
    Come tutte le mattine si alzò presto, all’alba, per recarsi sul posto di lavoro. Un lavoro che aveva realizzato con molti sacrifici e o rendeva molto fiero e soddisfatto della sua vita, ma purtroppo lo ha vissuto per poco tempo, perché quel maledetto pomeriggio tornato stanco e stremato, decise di riposare; quelle poche ore di sonno che avrebbe dovuto fare si sono trasformate in un sonno continuo per la vita, poiché un infarto l’ha stroncato nel sonno di quel maledetto pomeriggio lasciando soli due bambini e la moglie che non riesce ad accettare la sua morte.
    La sofferenza enorme che mia zia prova è condivisa dalla mia famiglia e soprattutto da me.
    E’ una ferita profonda e indelebile che porterò sempre dentro di me. Prima d’ora non sapevo l’immensità di dolore che si provasse nella perdita di una persona cara, ora PURTROPPO lo so anch’io.

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  23. ... parto dal presupposto che non adoro parlare molto del mio passato e soprattutto dei ricordi.. però ci provo!
    parti tutto dal 25 Maggio 2006... io non stavo bene con me stessa, non riuscivo ad essere quella che ero realmente, mi mancavano le mie energie, riuscivo solo a dormire passando dal divano al letto e dal letto al divano... i dottori continuavano a chiedermi se stavo male per qualche ragazzino, ma non era cosi... STAVO REALMENTE MALE FISICAMENTE! fino a quando non arrivò quel maledetto 4 MAGGIO 2006,dove le analisi spiegavano tutto. ho fatto un giro di ospedali, ma qui nel salento non è tutto cosi semplice non c erano posti a disposizione per un ricovero, 23.10 dell'8 maggio mi ritrovo in macchina con urgenza un ricovero all'ospedale
    a Bari. Ringraziero sempre e comunque quei dottori, ma soprattutto la mia famiglia e le mie amiche che non mi hanno mai lasciato sola e che ancora adesso condividono cn me tutto questo!
    erano momenti che volevo sparire, mi sentivo inferiore e non capivo il significato della mia vita.. Ora mi ritrovo a dire che lotterò sempre e comunque, perchè è il regalo piu bello che si puo ricevere ed è importante affrontare tutto con testa alta!

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  24. RACCONTARE UN’ESPERIENZA DELLA NOSTRA VITA
    MAZZA BARBARA SRRVIZIO SOCIALE 1ANNO MATRICOLA 40004352

    Quando ero piccola vivevo in una villetta in campagna, di quel periodo ho dei ricordi bellissimi che tante volte ho cercato di ripercorrere. Durante l’anno osservavo il modificarsi delle stagioni, durante l’estate uscivo sulla strada e mi riunivo con tutti i miei amici, era la più bella routine giornaliera che si potesse vivere, la sera ci sedevamo su un muretto sotto un grande albero e ci raccontavamo storie di paura e magari qualcuno si travestiva per sbucar fuori all’improvviso e farci spaventare. Un altro ricordo stupendo è il gran numero di gatti che avevo e di cui mi prendevo cura da li poi è nata la mia passione per gli animali.
    E’ stato un periodo estremamente semplice bello e spensierato fatto di giochi, scherzi e tanti sogni che rivivrei milioni di volte e di cui ne vado fiera dentro…

    Barbara

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  25. NICOLE VALZANO

    Il ricordo che voglio raccontare risale al 3 ottobre del 2010, questa data per me è stata segnata da un avvenimento che rimarrà per sempre indelebile, indimenticabile. Era una serata apparentemente tranquilla, io ero spensierata e avevo appena finito di cenare, mi trovavo a casa da sola con mia sorella, tutte due parlavamo e scherzavamo quando improvvisamente sentimmo la voce di mia nonna,la quale abita al piano di sotto,gridare:Nicole, Nicole, corri…corri, il nonno sta male; ho ancora negli occhi quella scena, io mi recai immediatamente per vedere cosa stesse succedendo e mi ritrovai dinnanzi a mio nonno che non era più in se, non respirava quasi più; in quel momento c’era il panico totale, chiamai i miei genitori e subito il 118 ma niente da fare, quella sera mio nonno mi morì fra le braccia a causa di un edema polmonare e un infarto stroncante . E’ difficile per me raccontare questo avvenimento, poichè è un ricordo molto brutto dal quale però ho imparato che da un momento all’altro , anzi in pochissimi attimi nella vita tutto può cambiare; proprio per questo ho capito che la vita va vissuta pienamente, con tutti i dolori e le gioie che ci può regalare e soprattutto mi ha fatto capire quanto a volte per egoismo, anche non facendola apposta, non sempre dimostriamo il bene che proviamo alle persone a noi care…mi sarebbe tanto piaciuto salutare per l’ultima volta mio nonno e soprattutto dirgli: Nonno, ti voglio bene!

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  26. M.Clara Valzano

    Era l’11 settembre del 2001, un giorno particolare che molti ricorderanno per l’attentato alle Torri Gemelle negli Stati Uniti, ma per me invece, fu un giorno particolare che difficilmente potrò dimenticare. Avevo 8 anni,era un pomeriggio tranquillo e mi trovavo a casa con mia cugina che faceva da babysitter a me e a mia sorella, poiché i miei genitori quel giorno lavoravano . Come tutti i bambini di quell’età, io ero particolarmente vivace, e talmente ero attratta dalla bicicletta di mia cugina,che si trovava nel giardino della mia abitazione, che mangiai velocemente per usarla di nascosto .Il problema era che la dimensione di quella bicicletta non era proprio consone alla mia statura,ma io non curante dei pericoli che potevo correre, e nonostante i continui avvertimenti e richiami ricevuti nel non usarla, decisi di fare un “giretto”. Le cose non andarono bene, infatti feci una brutta caduta, tanto che mi ritrovai in ospedale con l’omero rotto, e trascorsi all’incirca un mesetto in ospedale con il braccio in trazione. Questo episodio, mi fece capire allora e ancora oggi, quanto importante sia ascoltare sempre le parole e i consigli degli altri, soprattutto delle persone più grandi. Ha rappresenta per me un grande insegnamento e una conquista, perché ho imparato ad essere meno istintiva e a pensare due volte prima di fare una cosa.

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    1. IL VALORE DELLA VITA...
      Questo ricordo o meglio brutto ricordo risale a circa cinque anni fa; una mattina come tante mentre mi accingevo a raggiungere la fermata del pullman per andare a scuola, mi arriva una chiamata, era la madre del mio ragazzo che allora era fuori a causa del lavoro, ho subito pensato che gli era successo qualcosa e invece...era suo fratello che aveva avuto un incidente.Poche ore dopo la telefonata mi reco in ospedale e solo quando sono li mi rendo conto che la situazione è molto molto grave...ricordo benissimo quei momenti, non sapevo cosa fare, cosa dire, ricordo la disperazione, l'agonia l'angoscia...sono passati tre giorni e poi è arrivato il momento peggiore, la morte...è stato un periodo durissimo tante volte ti chiedi perchè è successo?perchè proprio a lui...non se lo meritava, non trovi una spiegazione poi ti rendi conto che PURTROPPO la morte ed altri eventi altrettanto traumatici fanno parte della vita.

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